Che cosa fa l’avvocato amministrativista?
Generalmente, a chiunque dichiari – ad amici e parenti – di voler intraprendere la professione di avvocato viene immediatamente chiesto: “civilista o penalista?” Vengono così tralasciate numerose altre professionalità, come, ad esempio, quelle del tributarista, del gius-commercialista e – ça va sans dire – dell’amministrativista.
Ma chi è l’avvocato amministrativista? Per rispondere alla domanda è necessario, anzitutto, capire che cosa sia il diritto amministrativo. Sabino Cassese scrive che la materia attiene alla “disciplina giuridica delle amministrazioni pubbliche […] e dei loro rapporti con i cittadini”[1]. Da ciò si comprende l’estrema vastità di questa scienza, tanto più in un paese come l’Italia, ove la presenza dello Stato è sicuramente incisiva.
Sicché, l’avvocato amministrativista è quella tipologia di legale che si occupa dei rapporti tra cittadini e Stato (e talora dei rapporti tra le stesse amministrazioni), intervenendo, ad esempio, nelle seguenti aree:
– Edilizia ed urbanistica;
– Sanzioni amministrative e provvedimenti di pubblica sicurezza (ad es. provvedimenti TULPS);
– Rapporto di pubblico impiego (ad es. sanzioni disciplinari e concorsi pubblici);
– Contabilità pubblica e responsabilità amministrativa,
– Finanziamenti pubblici e diritto pubblico dell’economia;
– Diritto scolastico;
– Diritto dell’ambiente;
– Appalti e contratti pubblici.
In tutte queste materie assume dunque un grande rilievo la professionalità dell’avvocato qualificato, il quale interviene – potenzialmente – non solo nella fase (patologica) del giudizio, ma anche in via preventiva, fornendo la propria assistenza entro i procedimenti amministrativi o, addirittura, affiancando i clienti prima ancora della loro instaurazione.
[1] S. Cassese, Diritto amministrativo, in Id. (a cura di), Guida alla Facoltà di Giurisprudenza, Bologna, Il Mulino, 1978, p. 140.